Il Vicino Oriente Antico

La Storia del Vicino Oriente Antico si estende dalla nascita dell’agricoltura e dell’allevamento nella “mezzaluna fertile”, cioè dalla cosiddetta “rivoluzione neolitica” fino alla conquista di Alessandro Magno nel III sec. a.C. La Storia del Vicino Oriente antico è la storia delle prime esperienze sociali e religiose, della nascita della città durante la cosiddetta “rivoluzione urbana”, della formazione delle prime città-stato, dei primi principati, delle prime forme di regno territoriale ed etnico, dei primi imperi e dei primi imperi universali, è la storia dell’uomo dalle prime forme di governo diffuso sino ai grandi imperi accadico, assiro e babilonese. Comprende la storia delle società che hanno inventato la scrittura, stipulato i primi trattati internazionali, scritto i primi codici di leggi, raccontato le loro imprese in iscrizioni reali, annali e cronache, reso i loro sovrani protagonisti di epopee e leggende che mantennero vivo il loro ricordo per molti secoli.
 
Le vicende storiche, che si snodano per oltre diecimila anni, hanno come scenario le terre che vanno dal Golfo Persico al Mar Mediterraneo, dal Mar Nero alla Turchia, dall’altopiano iranico fino al deserto siro-arabico per estendersi, in alcuni periodi, fino al Bahrein, all’Oman, alla valle dell’Indo, alla costa meridionale della Penisola Arabica con rapporti anche con la civiltà egiziana. Una storia affascinante che ha influito sulle vicende successive dell’uomo e che per questo ha condotto alla definizione della Mesopotamia come “Culla della Civiltà” in un’ottica che vede nella Storia del Vicino Oriente antico un segmento privilegiato della storia dell’uomo: “Ab oriente lux“.
 
L’Assiriologia è la disciplina che studia le testimonianze in caratteri cuneiformi provenienti dall’antica Mesopotamia (“Terra tra due fiumi”), scritte in sumerico e accadico. Per accadico si intende il gruppo di lingue semitiche che comprende il paleo-accadico (attestato dal XXIV sec. a.C.), il babilonese e l’assiro. Il babilonese e l’assiro sono due dialetti o meglio due blocchi linguistici affini tra loro e al paleo-accadico attestati a partire dal XX sec. a.C. rispettivamente a sud il babilonese, nell’area della Mesopotamia propriamente detta, e a nord l’assiro, nell’area di Assur, Ninive, Mosul. Tuttavia gli Assiri preferirono usare nei testi letterari e nella documentazione ufficiale il babilonese, che, nella sua variante detta “Standard Babylonian“, fu usato come lingua ufficiale della diplomazia in particolare nella seconda metà del II millennio a.C.
 
L’Assiriologia studia tutte le espressioni letterarie in cuneiforme: testi mitologici ed epici, racconti delle gesta dei sovrani, iscrizioni reali, raccolte di leggi, annali, cronache, liste reali, leggende, inni, lettere, preghiere, testi sapienziali, umoristici, favole e tenzoni. La definizione “Assiriologia”, che può risultare fuorviante e limitativo al solo contesto assiro, trae la sua origine dalla nascita degli studi dei testi cuneiformi i cui primi rilevanti ritrovamenti avvennero grazie alla scoperta della Biblioteca del re assiro Assurbanipal a Ninive.
 
Questo per soffermarci solo sulle lingue più note, infatti l’Assiriologia include anche lo studio dell’eblaita, dell’ugaritico, dell’elamico ecc. e comprende tanto i testi scritti su steli, ortostati, rocce e supporti fissi, che su supporti mobili, come le numerosissime tavolette in argilla: centinaia di migliaia di documenti economici-amministrativi di varia provenienza cronologica e geografica.